Perché odio le fan-fiction

E’ un titolo forte, ma rispecchia perfettamente quello che penso.
Odio le fan-fiction. Sì, anche quelle scritte bene.
Ora, è chiaro che la mia posizione diventa prettamente un fatto ideologico, una questione che va oltre la materia trattata e la tecnica utilizzata, va oltre il mondo entro cui si svolgono gli eventi narrati dalla singola fan-fiction e supera anche l’individuo che le scrive (e le pubblica).
Tradotto: no, non ce l’ho con voi, ma ho forti contrasti con l’idea che sostiene oggi e ha sempre sostenuto il genere.
Proverò a esplicare meglio questo mio pensiero, anche anticipando magari gli archetipi delle critiche che potrebbero venirmi rivolte.

LETTORE FRUSTRATO. Se dovessi pormi la domanda “dove nasce lo scrittore delle fan-fiction moderne?”, allora avrei una risposta chiara e precisa: dalla frustrazione.
Metto le mani avanti: il fatto che io abbia fatto determinate conclusioni non vuol dire che io abbia studiato rami della psicologia sociale, ma allo stesso tempo non mi preclude il fatto che io possa osservare il fenomeno cercando di rilevare le cause della nascita di un genere, che non è necessariamente (come in questo caso) un forte richiamo dell’arte in uno stile che vuole essere differente da quelli partoriti finora, ma probabilmente più una sorta di reazione a determinate delusioni.
Delusioni? Quali delusioni?
In maniera esplicita penso che lo scrittore (o la scrittrice di fan fiction) sia in primis un lettore deluso, frustrato appunto, verso determinati lati, storie e conclusioni che l’opera verso cui nutre un amore sconfinato e impossibile non presenta o, nei casi peggiori, non concepisce nemmeno.
E’ proprio l’assenza di determinate aspettative e speranze di leggere determinate cose nel proprio libro amato il motore che accende la nascita di un autore di fanfiction, che dal “è un peccato che evento X non sia avvenuto in questo libro Y” arriva a partorire il pensiero semplicemente esplicabile in “hmm, e se scrivessi che quell’evento X sia avvenuto in determinati tempi, condizioni e fasi non presenti nel libro Y?”.
E fu così che da Lord Frustrazione nacque Madame Creatività.
Creatività che io sempre approvo, ma che con le fan fiction diventa di fatto fine a sé stessa, un esercizio che magari presenta basi verosimili nella trama e nodi avvincenti negli eventi conditi con una narrazione ben congeniata… ma che, oltre a prendersi il plauso dell’intera (piccola, microscopica) platea dei lettori e degli altri autori di fan-fiction e di una pacca sulle spalle dell’autore originale dell’opera di riferimento, non va oltre e più in alto nelle sue ambizioni.
Ah, e se mi citate nei commenti 50 Shades più le altre porcate di simile valore che hanno avuto successo editoriale e di audience, vi beccate un bel permaban da questo blog!

LE TIPOLOGIE DI FAN FICTION. Per darvi una sorta di idea e dimostrazione insieme del perché gli autori di fan-fiction non andranno MAI (e dico MAI) al di fuori del loro giardinetto, bisognerebbe andare a sviscerare e catalogare ogni tipologia di fan-fiction esistente sulla faccia di questo globo.
E attenzione, con tipologia non si intende che ci siano dei veri e propri generi all’interno delle fan-fiction stesse (anche se sì… suppongo che sia così e vadano a ripercorrere quelli già esistenti in narrativa): con “tipologie” intendo la suddivisione in gruppi differenziati in base alla loro “legittimità”, ossia in base al fatto se l’autore dell’opera presa come sfondo narrativo accetti o meno che vengano redatte delle storie sul mondo da lui creato e sulla propria creatura senza che fosse, appunto, lui ad averli “partoriti” idealmente.
Ebbene, signori e signori, divido le fan-fiction in tre gruppi: quelle illegittime, quelle legittime e quelle grigie (sì, un po’ come in Star Wars dove quelli sensibili alla Forza sono suddivisi tra Lato Chiaro, Lato Oscuro e i simpaticoni che stanno in mezzo).

Le fan-fiction illegittime sono quelle che, nonostante gli autori presi in riferimento si siano schierati contro la pubblicazione di materiale la cui stesura NON deriva dalla loro penna, vengono pubblicate quasi “sfidando” leggi esistenti sui diritti d’autore (copyright, fair use, eccetera).
Vedo gli autori di questa tipologia di fan-fiction come dei moderni Robin Hood oppure come eterni cavalieri erranti del web pronti a combattere a fil di spada a fin di penna contro chiunque gli comunichi che quanto fanno…beh, non è poi così corretto e quindi ti voltano le spalle, in eroica fuga dalle stringenti dagli sceriffi di Nottingham e dalle loro leggi presenti in ogni singola nazione su questo mondo che abbia legiferato sul diritto d’autore (cioè palesemente tutte, nel mondo civilizzato).
E nonostante scrittori famosi come G.R.R Martin e Marion Zimmer Bradley abbiano più volte sradicato giù creazioni “amatoriali” manco fossero palazzetti abusivi (ed è per questo che non si conoscono fan-fiction di questo tipo così famose, perché banalmente sono le più perseguite), loro restano lì… nell’ombra, pronti a portare la luce con le loro storie laddove la legge non può arrivare.

Le fan-fiction legittime sono invece quelle fan-fiction che esistono in quanto tollerate dall’autore dell’opera presa come riferimento.
Tra questi autori figurano Neil Gaiman e J.K. Rowling; proprio quest’ultima, diversi anni fa, si è schierata a favore delle fan-fiction prodotte su Harry Potter specificando però che queste non dovevano avere alcuna finalità di lucro (e lo fece soprattutto per salvaguardare il controllo che lei detiene su ogni cosa legata alla saga, come trasposizioni cinematografiche, merchandising, eccetera).
Risulta essere proprio questo il problema di questo tipo di scritti: ossia che, pur essendo legittime, per incontrare una qualsiasi realtà editoriale devono compiere lo step evolutivo che li porta dall’essere semplici opere immerse in un mondo già famoso nel fandom a essere romanzi o racconti a sé stanti, costrette quindi ad assumere una propria identità.
In parole povere, per “elevarsi” alla pubblicazione ed uscire quindi dal proprio giardinetto, queste fan-fiction… devono smettere di essere fan-fiction!

Non a caso quella che oggi è la fan-fiction più di successo di tutti i tempi, ossia 50 Sfumature, all’origine aveva come protagonisti Edward e Bella di Twilight; e sempre non a caso, la sua autrice E.L. James prima ha avuto problemi di fair use in uno dei siti di fan-fiction più famosi in America spostando la sua creatura in un sito di di gestione personale e poi ha detto “beh sapete che vi dico?, a sto punto arrivo alla pubblicazione lasciandomi indietro lo spettro di Twilight e dando ai miei personaggi e alla mia ambientazione una identità ben definita e a sé stante”.
Qualcuno tra voi dirà che, una volta raggiunta anche la pubblicazione, il DNA della fan-fiction possa rimare immutato, che l’ispirazione originaria da cui l’autore di fan-fiction ha preso spunto sia ancora lì… ma signori, il discorso è un altro: è da secoli che il 99% degli archetipi narrativi è ormai esplorato in lungo e in largo, è da secoli che chi scrive prende spunta da scritti del passato.
Il Signore degli Anelli ha preso tanto spunto dai miti del nord (Beowulf, La Saga dei Nibelunghi, I Cicli Arturiani), ma ciò non vuol dire che sia una loro fan-fiction, così come la Divina Commedia con i miti classici e giudeo-cristiani.
Ne hanno preso spunto e se ne sono distaccati.

Gli scritti dei fan che sono ambientati in mondi creati da scrittori che non hanno avuto il tempo (o il modo) di esprimere delle posizioni sulle fan-fiction sono per me, appunto, le fan-fiction grigie.
A metà tra esploratori del nuovo mondo e artificieri senza protezione, gli autori di fan-fiction grigie sono pronti ad immolarsi per altri scrivendo col rischio di venire colpiti con cannonate che li potrebbero accusare di violazione del buon vecchio diritto d’autore.
Cannonate che non arrivano, se si è fortunati, mentre in altri casi…
E’ una storia recente, questa, che riguarda Tolkien e uno scrittore americano che aveva scritto una storia sequel de Gli Anelli del Potere, la serie tv recente e prequel dei film basati sulla saga (vi lascio qui un articolo de Il Post).
GUARDA CASO esce fuori una lettera di Tolkien del ’53 in cui il maestro britannico criticava ferocemente chiunque manomettesse i suoi racconti, GUARDA CASO sia Amazon che la Tolkien Estate hanno impugnato questa lettera mettendo sul tavolo una causa contro l’autore americano e, SEMPRE GUARDA CASO, Amazon e Tolkien Estate vinsero la causa e l’autore americano fu costretto a ritirare ogni copia (digitale e non) della sua creatura.

POSSIBILI CRITICHE. Seguono qui alcune mie risposte a possibili (plausibili e sicure?) critiche possano venirmi rivolte nei commenti circa la mia posizione su questo tema.

-“Probabilmente prendi in esame solo quelle fan-fiction piene di vampirelli che scopano e si sbaciucchiano per tutto il tempo, ma guarda che ce ne sono tanto scritte veramente bene”.
No, sto prendendo in esame TUTTE le fan-fiction.
Semplicemente quelle cringe si criticano da sole con il loro contenuto di dubbio gusto, per quelle scritte bene dico quanto segue: perché sprecare energie a sviluppare qualcosa che non puoi pubblicare e che non è VERAMENTE tuo a livello di creazione di worldbuilding e character quando puoi adottare le stesse energie a creare qualcosa di tuo?

-“Se esistono delle fan-fiction senza scopi commerciali… che male ti fanno?”
Nessun male! Però vale quello che ho scritto prima, anche qui: come fai a non essere stuzzicato dall’ambizione artistica di creare (o convertire) qualcosa di tuo personale e uscire quindi dal tuo giardino guadagnandoci pure (anche se pochissimo, nel peggiore dei casi)?

-“Le fan-fiction esistono fin dall’antichità!”
Non è del tutto esatto, anche se in parte corretto.
Molte opere famose del passato hanno tratto solamente ispirazione da altre opere che hanno avuto meno fortuna, mentre ci sono stati casi in cui le imitazioni di alcuni modelli erano palesi ed evidenti, creando un problema di autenticità.
Qui lo dico con chiarezza assoluta: è un bene che ci siano da più di duecento anni leggi sul copyright e sul diritto d’autore.




Corvo.


Una risposta a "Perché odio le fan-fiction"

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  1. AHAHAHA Tolkien ha dichiarato di non volere manomissioni delle sue opere…

    • Christopher (pace all’anima sua) ha modificato e venduto il Silmarillion
    • sempre Christopher ha raccattato ogni singolo appunto, pezzo di carta igienica, tovagliolo del ristorante ecc., li ha riadattati, e ha tirato fuori i racconti incompiuti, ritrovati, sigurd e gudrun, i figli di hurin, beren e luthien, ecc.
    • Peter Jackson ha modificato il 60% dei suoi scritti (95% se pensiamo allo Hobbit…) per tirare fuori i film
    • Gli anelli del potere…

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